martedì 22 maggio 2007

buongiorno in culo!


oggi è come se avessi messo in stand by ogni parte del mio essere…
mente, cuore, tendini…li lascio vivere ma non mi curo di loro....
ci sono…li avverto…li sento…..ma non rispondo.....

Questa è la mia testimonianza……nel caso in cui tu non tornassi più da me…….o io non ti volessi più…..perché sei stato così tanto dentro di me da distruggermi……

...Aveva il cazzo più duro e più dolce in cui mi ero imbattuta. Mentre faceva sesso non grugniva, non strillava. Sorrideva e avvampava, con gli occhi spalancati, scuotendo il capo, esclamando: “Oooh!…Oooh!Oh my God!”.

Era quello bello da guardare mentre mi scopava, mi inculava, mentre gli altri avevano l’aria di uno con la faccia stravolta: molto meglio non guardarli affatto.

Era l’unico che mi piacesse davvero scopare. Gli altri erano solo degli uomini e glielo avevo permesso. Sdegnosamente.

La maggior parte degli uomini scopano così: dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori, e basta. Ma lui scopava come se stesse davvero andando da qualche parte. Ed era proprio così.

Lui era il mio sangue.
Era quello che non scendeva mai dalle nuvole.
Era quello che non ho mai soggiogato.
Era quello con cui mi sono divertita di più.
Era il possessore dell’unico uccello che abbia mai venerato.
Era quello con cui non riuscivo a stabilire se mi dava più piacere il suo piacere o il mio. Con gli altri l’unico piacere che esisteva era il mio.
Era quello che mi ha fatto conoscere la vera gioia fisica. Gli altri mi facevano venire e basta. Con lui venivo…fino ad entrare nel Regno…INNONDANDOLO DI LUCE DORATA…

Era dolcissimissimo, era belllisssssimo.
Era quello che trasudava amore. Dalle dita, dai movimenti, dalla pelle e dall’uccello.

Fuori dal letto non mi dava niente. A letto mi dava tutto quello che poteva desiderare una donna.
Con lui avevo degli orgasmi forti, intensi, rivolti verso l’esterno: una marea interna che montava e mi inondava il corpo, il cervello e poi strabordava nell’anima.

Al contrario degli altri, non mi ha mai chiesto di essere sua, ma io lo ero.
Era l’unico che mi trattava come se fossi sua quando eravamo a letto. Tutti gli altri mi trattavano come se fossi loro fuori dal letto, ma a letto trasudavano paura e soccombevano.
Con lui il sesso era trascendenza, con gli altri potere.

Lui si avventava fuori e dentro dalla mia fica, dal mio culo, dalla mia vita. Gli altri mi soffocavano, per il desiderio stupido di colonizzare quello che concupivano.
Scoparlo era come respirare in un vasto spazio all’aperto. Era la mia libertà. La mia estasi in totale e lussureggiante libertà.

Lui non mi soddisfaceva. Lui mi possedeva e basta. Lui possedeva ogni mia parte dei miei pensieri, azioni, stati d’animo. Ogni parte del mio corpo. Lui era la mia possessione.

Lui era quello che ho amato davvero.


(per l'ispirazione: Toni Bentley)

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