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Guardali bene, cuore: fanno proprio spavento!
Simili ai manichini; vagamente ridicoli;
come i sonnambuli strani, tremendi come loro;
e chissà dove dardeggianti quelle palle di buio.
Disertati dalla fiamma divina, i loro occhi
s’alzano, come fissi a una distanza, al cielo:
mai, mai verso il selciato li si vede
abbassare pensosi la testa appesantita.
E’ così che camminano nel nero illimitato,
che del silenzio eterno è fratello. O città!
Mentre a noi tutt’intorno tu canti, sbraiti e ridi
Atrocemente presa dal piacere,
anch’io, vedi, mi trascino! Ma, più ebete di loro,
dico: cosa mai cercano, tutti quei ciechi, in Cielo?
(per l’ispirazione: C. Baudelaire, “I fiori del male”)